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I 3 parametri base per gestire una qualsiasi foto

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Published in 
Fotografia
 · 21 Mar 2017

Per ottenere una foto esposta correttamente in modo tale da avvicinarci il più possibile alla realtà o anche all’idea che noi abbiamo di quello scatto, dobbiamo saper gestire correttamente i tre parametri base della fotografia:

1- diaframma, che dipende dalla profondità di campo voluta
2- tempo di scatto, nel tuo caso hai bisogno di tempi veloci olter 1/500s
3- ISO, in base al tuo mezzo vedi quanto puoi recuperare (però per scatti da "elaborare" è buona norma usare valori come per ritratti classici (max 400 iso)

Il Diaframma è quel meccanismo che possiede ogni macchina fotografica, sia essa digitale o analogica, compatta o reflex, che serve per regolare la quantità di luce che passando attraverso l’obiettivo giungerà poi al sensore. Nella macchina fotografica si indica come F / 1,2 – 1,4 – 1.8 – 2 – 2.5 – 3 – 3.5 – 4 – 4,5 – 5 – 6- 8 – 11 – 16 – 22 – 32. I numeri dipendono dalle caratteristiche di costruzione della macchina fotografica (compatta o bridge) oppure dell’obiettivo (reflex) e quindi i numeri da 1,2 a 4 circa possono essere soggetti a variazione.
Più il numero è basso, più il diaframma è aperto e quindi più luce entrerà.

Il diaframma ci serve per gestire la profondità di campo (pdc) desiderata. Con pdc si intende sul lato pratico, la capacità di saper separare il soggetto dallo sfondo e quindi il grado di sfocare lo sfondo dal soggetto vero e proprio della foto per metterlo in risalto. Le regole dicono che a diaframmi aperti corrisponde poca pdc viceversa, a diaframmi chiusi corrisponde un elevata pdc.

Esempio:

http://www.flickr.com/photos/pascal_84/5244501005/

In questo ritratto per far risaltare il soggetto e il suo lato più espressivo, si nota come il fuoco sia concentrato sul volto del cane andando poi a sfocare tutto il resto del corpo compresa l’erba che fa da sfondo all’animale. In questo caso abbiamo aperto molto i diaframmi, ottenendo quindi un piccola pdc ed è molto usato nel genere dei ritratti principalmente e in qualsiasi occasione si voglia mettere in risalto un oggetto rispetto al suo contesto. Tale meccanismo si attua perché inconsciamente il nostro cervello quando guarda un oggetto in realtà mette a fuoco solo quell’oggetto andando a sfocare tutto il contorno.

http://www.flickr.com/photos/29017116@N04/3827812894/
Altro esempio molto più esaustivo, notiamo come il ponticello si trasforma piano piano in una semplice linea di fuga della prospettiva e noi non riusciamo a guardare a lungo il termine del ponticello ma siamo catturati in continuazione dall’immagine della modella.

http://www.flickr.com/photos/doctormauri73/4140897496/
In questo secondo esempio abbiamo la situazione opposta. Il fotografo ha chiuso molto i diaframmi (quindi è andato verso numeri di f molto alti come ad esempio f22) ottenendo una pdc molto elevata. In questo caso contrariamente al caso precedente, abbiamo quasi tutto a fuoco. Si nota che le margherite sono il soggetto principale, ma se qualcun altro dicesse che invece il campo arato non sia lo stesso un soggetto principale che contrasto con la vita delle margherite che potrebbe dargli torto? Siamo in grado di distinguere i dettagli, arrivando a leggere persino dei pali della luce dietro la casa e addirittura i fili dell’elettricità che viaggiano in aria. Chiudere il diaframma quindi significa che il fuoco ricadrà su un punto preciso della foto, ma guadagniamo in nitidezza su tutto il resto dell’immagine. E’ molto utile tenere in considerazione questo consiglio quando si vogliono scattare foto ai paesaggi, proprio perché in questo caso, il paesaggio è un assembramento di vari fattori naturali e non possiamo per definizione propria del paesaggio dire che un elemento è più importante dell’altro e staccarlo da tutto il resto.

A titolo informativo ecco una foto nella quale il diaframma viene gestito in modo errato. Prendiamo sempre un ritratto per notare le differenze con il caso espresso precedentemente:

http://www.flickr.com/photos/cazandopispirispis/2636640108/

Ecco questo è un esempio nella quale il fotografo ha mantenuto dei diaframmi molto chiusi andando persino a sbagliare il fuoco poiché risultano più nitidi i poster sullo sfondo della ragazza stessa. Qui abbiamo una situazione di confusione, non capiamo cosa sia davvero in portante, l’espressione della ragazza, la posa, la luce, i messaggi dei poster? E se è confuso il soggetto sicuramente sarà confuso anche il messaggio che vogliamo comunicare tramite la nostra foto. Ricordiamoci sempre che quando scattiamo siamo mossi da un desiderio, che sia il ricordo, che sia l’attimo, che sia l’espressione, insomma c’è qualcosa che fa venire la voglia di premere il pulsante di scatto della nostra macchina fotografica, è quel qualcosa, sarà il nostro messaggio per l’osservatore.

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