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Composizione della foto

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Published in 
Fotografia
 · 21 Mar 2017

Ciao a tutti, chi è così gentile da spiegarmi come si ottiene la tensione in una composizione fotografica ? Ho letto un libro della Reflex dove si parlava di tensione ed equilibrio e la cosa mi ha colpito molto gurdando le immagini di es. dei grandi maestri, adesso vorrei capire come fare grazie ciao


Chiunque si avvicini alla Fotografia o alle arti grafiche dovrebbe conoscere i princìpi compositivi di un’immagine. Perché l’impressione che una foto suscita in chi la osserva dipende da molti fattori, spesso derivanti da aspetti psicologici o culturali, subiti la maggior parte delle volte inconsciamente. Conoscere tali princìpi, per il fotografo, non è indispensabile ma di sicuro costituisce un grande vantaggio. Non bisogna commettere l’errore di pensare che le regole compositive ingabbino la creatività del fotografo. Tutt’altro: conoscere le regole aiuta non solo a seguirle, ma anche a trasgredirle. E poi, anche chi sostiene di non conoscere le regole di composizione, in realtà le conosce senza saperlo. Perché le ha acquisite, magari inconsciamente, guardando le opere d’arte dei maestri. Saper creare una composizione efficace è sempre un grosso vantaggio per la costruzione di immagini accattivanti, che generino l’interesse dell’osservatore e la voglia di rivederle. E sistemare nel migliore dei modi linee, forme e colori all’interno del fotogramma non è cosa da poco.

Ma veniamo al dunque. La domanda è complessa e non è possibile parlare di tensione ed equilibrio nella composizione fotografica in solo poche righe. Proverò lo stesso a fare qualche considerazione di massima ma poi, se queste problematiche davvero t’interessano, dovrai necessariamente fare un salto in libreria.

Il principio di base è abbastanza semplice. In un’immagine ci possono essere elementi che creano tensione ed altri che ispirano equilibrio, e la risultante di queste forze agisce, magari a livello inconscio, su chi osserva la foto. Tensione ed equilibrio possono provenire da forme, posizioni, toni di colore o altro ancora. Poiché l’occhio ed il cervello tendono verso l’armonia, uno potrebbe pensare che le foto migliori siano quelle dove prevale l’equilibrio. In pratica invece il perfetto equilibrio può sfociare nella piattezza e nella monotonia e dunque, per produrre immagini interessanti, è bene introdurvi anche qualche elemento di tensione per suscitare interesse ed attirare l’attenzione di chi guarda la foto. Le foto d’impatto non sono necessariamente armoniose ed è per questo che il bravo fotografo deve essere in grado di introdurre e disporre nell’inquadratura i giusti elementi di tensione.

Un’immagine formata da tanti elementi uguali ricorrenti sarà sicuramente un’immagine calma, forse monotona perché l’occhio non sa dove posarsi. Se in quella stessa foto introduciamo un elemento molto diverso dagli altri (per forma, per colore o per qualunque altro attributo) introdurremmo sicuramente un elemento di contrasto che attirerà su di sé l’interesse di chi guarda. Chiaro-scuro, tenue-acceso, nitido-sfocato, duro-morbido, simmetrico-asimmetrico sono altri esempi di contrasto.

Ma come nella fisica, anche nella composizione fotografica le forze possono tendere a sommarsi o a compensarsi a seconda del loro verso, aumentando o diminuendo l’effetto finale generato. Se su uno sfondo tenue e sfocato mettiamo un soggetto nitido e contrastato, questo la fa da padrone. Ma che succede se cambiamo il colore dello sfondo o se introduciamo un secondo oggetto? Dipende anche dalla posizione reciproca dei due oggetti perché si dice che di norma un oggetto genera spinte diverse a seconda della sua distanza dal centro. Si dice anche che le linee orizzontale infondano tranquillità e che siano riposanti, mentre quelle diagonali generino dinamismo dando il senso del movimento, soprattutto se vanno dal basso a sinistra all’alto a destra. Le linee curve invece danno ritmo, quelle ad “S” sono le più ricercate. Piazzare il soggetto alla fine di una linea curva è sempre una buona idea. I triangoli pare che siano fotograficamente più interessanti di cerchi e rettangoli. Per non parlare poi dell’effetto dei colori, utilizzati da soli o in combinazione, perché la disposizione migliore dei colori all’interno dell’inquadratura è un elemento fondamentale per la riuscita di una foto.

Sulla base di tutte queste considerazioni (e molte altre) il fotografo cerca la composizione più adatta a seconda del grado di equilibrio che vuole ottenere o del livello di sbilanciamento che vuole lasciare. Se il soggetto principale è decentrato si può cercare di compensare la composizione mettendo degli elementi aggiuntivi sul lato opposto. E questi elementi di equilibrio possono essere scelti sulla base del loro colore, della loro forma o di qualunque altro loro attributo. L’importante però è che essi siano meno “importanti” del soggetto principale, altrimenti invece di equilibrare finiscono per rubare del tutto l’attenzione dell’osservatore. Anche il numero di elementi conta e ci sono varie teorie anche su questo. Ma per fare l’analisi sui contrasti e sugli equilibri di una composizione bisogna ben capire cosa attira l’attenzione dell’osservatore e cosa la distoglie. Perché lasciare un certo grado di squilibrio nell’immagine scongiura il rischio della monotonia, purché l’attenzione di chi guarda la foto sia convogliata verso ciò che per il fotografo conta. Altrimenti gli elementi di attenzione si trasformano in elementi di distrazione.

Questi sono solo piccoli e rapidi esempi di ciò che si trova sui libri. Ma si tratta pur sempre di teoria. Perché in un’immagine reale le cose non sono mai semplici. Gli elementi in gioco sono sempre molti, spesso troppi. E difficilmente si riesce a fare un’analisi esaustiva dei fattori che entrano in gioco generando tensione o equilibrio, contrasto o bilanciamento, tenendo anche presente l’interazione reciproca dei singoli effetti. Quindi, per approfondire questi argomenti, non ti resta che fare tre cose: procurarti un buon libro con tanti esempi, guardare in modo critico ed approfondito le foto dei maestri, sperimentare sul campo ciò che hai appreso pubblicando o mostrando le tue foto per misurare le reazioni di chi le guarda.

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