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Londra, la citta dell instabilita del precariato affettivo

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Published in 
Diario di un viaggio che boh
 · 7 Feb 2019
Volutamente una foto contradditoria col testo perché cmq speriamo che il cielo sia sempre più blu:)
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Volutamente una foto contradditoria col testo perché cmq speriamo che il cielo sia sempre più blu:)

Londra, la citta' tanto agoniata, la citta' tanto bramata.

Parliamo di Londra, la grande citta' di sogni, per lo meno per la grande maggioranza degli italiani. Quella citta' dove quando arrivi, arrivi in tutti i sensi, anche come persona. E si, perche' essere riuscito a districarti a Londra, significa essere arrivato nella vita.

Io non so come fosse 5, 10 o piu' anni fa.

Quello che so e' che la conosco da 11 mesi, quasi un anno.

Prima di venire, una persona che stava gia' sul posto mi disse " se ce la fai a Londra, con affitti, trasporti, lavoro e quant'altro, non c'e' citta' a mondo dove tu non possa farcela".

E forse e' vero. In Canada, una volta entrata e trovato lavoro, le cose erano piu' facili. Ricordo proprio la felicita'. Ricordo la tranquillita'. Ricordo la pace che provai.
Sensazioni che qua non riesco a raggiungere.
E non perche' non sono felice, ma perche' non sono soddisfatta ed appagata.

Londra e' una citta' strana, dove e' complicato, non dico impossibile, ma complicato, riudcire a instaurire amicizie. Va da se che se vieni solo, senza un amico, un parente, un fidanzato, rischi facilmente di stare solo. Ogni posto da raggiungere richiede almeno un ora di tempo per raggiungerlo, non importa se si tratta di lavoro, della casa di un amico, o di quella discoteca tanto declantata, stai pur certo che almeno 40minuti di metro saranno segnalati nella tua applicazione. E questi minuti sono sempre troppo buoni quindi aggiungi una dose di ottimimo, e hai raggiunto il tuo tempo di percorrenza.

Capite bene, che se si lavora 8 ore al giorno almeno per un full time (perche' con il part-time solo da single sicuramente non puoi pagare tutte le spese), bisogna aggiungere la pausa pranzo di mezzora almeno, poi 2 ore di trasportoal giorno, e va da se che il tempo effettivo fuori casa per andare a lavoro, da 8 ore, si tramuta in 10.5 ore oppure 11 se tutto va bene. Stiamo parlando della meta' della tua giornata compasta da 24 ore.
Ora le ore piccole si possono fare, ma non sempre. Perche' a lavoro bisogna rendere, altrimenti sei cacciato fuori.

Conseguentemente, le relazioni sociali si concentrano abitudinariamente durante il weekend (dove in genere devi fare anche quela commissione).

E' poco lo spazio dunque da dedicare alle persone.

Ma il problema non e' tutto qua.
Il problema e' anche il via vai continuo delle persone.
In Italia si dice sempre "vai a Londra che li un lavoro sicuramente lo trovi". Ma vi siete mai soffermati su questa affermazione, domandandovi come mai risulta vera nella grande maggioranza dei casi?
La mia conclusione e' un po sanguinsa e cruda ma spero che sia vera. Qui c'e' un mercato del lavoro molto flessibile, ma anche la giacenza dnella citta' e' flessibile.

Va da se che il lavoro si trpva perche le persone se ne vanno, sempre con la speranza di trovare un qualcosa di migliore. Uno stipendio, dei colleghi migliori, dei progetti migliori, un ambiente migliore.
Ma secondo la ragione principale e' che: cosi' come x persone arrivano costantamente in questa grande metropoli europea, cosi allo stesso tempo y persone lasciano la citta' perche' ormai si sono gia costruiti un cv, o sono semplicemente stanchi di questa citta'


Conclusioni?
Forse che Londra è la città dell'instabilita e della precarietà affettiva e personale. Adatta solamente a chi vuole divertirsi perchè poi non resta altro

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