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A volte andare a mangiare serve

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Published in 
Diario di un viaggio che boh
 · 9 Mar 2018
A volte andare a mangiare serve
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Oggi scrivo questo articolo perché voglio ricordarmi di una vecchietta incontrata in questo ostello e che mi ha messo il buonumore.

Partiamo subito dicendo che la giornata non è stata rosa e fuori. Anzi! Dopo aver saputo quanto avrei dovuto versare per la caparra della camera, mi è preso un malessere che non sto qua a raccontare.
A metà pomeriggio, esco dall' ostello e mi dirigo verso l' abitazione con la mia camera da affittare. Mi dirigo con mille pensieri su quanti soldi siano necessari in questa città, e come probabilmente il feudalesimo stia tornando di moda. Per lo meno nella mia amata Italia.

A pranzo ho mangiato male.
Ho cotto due palle ciccione prese al supermercato. La confezione recitava " scotish eggs". Non avevo la minima idea di cosa fossero. Pensavo di fossero pezzi di uovo. Tipo la "chicken pie" ci trovi dentro bel ripieno qualche pezzo di carne, non è che ci mettono l'intero pollo. E invece io, non so perché, ma ho pensato che forse le dimensioni di un pollo e di un uovo fossero similari e quindi sia le polpette, che la torta salata, contenessero solo pezzetti. Invece dentro c'erano due uova intere bollite, avvolte in uno strato dicarne macinata e più esternamente, una dolce impanatura croccante.
Io in genere mangio un solo uovo. Ma ormai il secondo era già cucinato e quando sono nervosa io mangio. E allora mi sono mangiata entrambe le uova.

Di pomeriggio esco, cammino, firmo il contratto, lascio una delle due quote e me he torno.

Tornando pensavo a un dubbio amletico. Mangiare o non mangiare? Non avevo fame. Ma l'ora della cena era vicina. Alla fine tornata a casa penso sia il caso di mangiare qualcosa, perché se poi mi sveglio nel cuore della notte dalla fame significa che non dormo e che mi tengo i crampi fino alla colazione altrimenti scombino le pastiglie della mattina se mangio in piena notte.
Quindi arrivata mi dirigo verso la mia camera. Dentro il corridoio c'è una vecchietta, spaesata. Si vede lontano un miglio. Mi avvicinò e chiedo se ha bisogno di aiuto. Lei mi ha detto che cerca la stanza 006. Ma io ho la 005 ed è l'ultima del piano.
Allora le mostro la strada verso la 006 e la saluto.

Mi cambio e vado in cucina per una cena veloce. Meta peperone, meta cipolla, un pezzo di petto di pollo e tanta frutta.

Inizio a prendere il tagliere e la signora mi chiede aiuto per del pesce crudo comprato. La vaschetta divide il pesce in tre varietà. Non sapeva cosa fosse la terza. Ma sinceramente, quel nome di pesce non l avevo mai sentito neppure io. D'altronde qua c'è il mare del nord! Lei voleva sapere quale fosse tra due,.perché uno era pesce affumicato e quindi con un gusto particolare.
Scoperto quindi quale delle varietà di pesce fosse quello affumicato, semplicemente prendo il coltello e inizio ad affettare il mio cibo.
Peperone a dadini cipolle e carne a listelli.

Mentre affettato, la vecchietta era molto incuriosita. Era affascinata dalla carne. Mi ha chiesto se avevo farina di mais per impanarla. Sono certa le siano tornati ricordi di infanzia alla mente. Ma io non avevo farina di mais. Allora lei continua a dire " it's so healthy" ...E poi aggiunge

Ho questo broccolo, ti aggiungo un paio di pezzi per rendere il tuo.piatto ancora più buono. Tanto io ho anche troppo cibo per me.

Così verso fine cottura lei aggiunge i suoi broccoli. Poi una volta posto il tutto nel piatto prende la mia padella e ci mette il suo pesce con l.olio rimasto dalla mia cottura per darle il gusto della cipolla e del.peperone.
Mentre lei cucina io inizio a mangiare il mio piatto. Lei non ne me vuole assaggiare.

E questa è la storia di un piatto bellissimo che vi mostro qua in foto e che scrivo per non scordarmi del suo significato.
Tutto il resto non è descrivibile

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