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Cronache Nipponiche di Vampiri

ovvero

Storia & storie della serie di videogiochi Akumajou Dracula

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Cronache Nipponiche Vampiri
 · 30 Jun 2019
Cronache Nipponiche di Vampiri
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Cronache Nipponiche di Vampiri

A dispetto del titolo fantasioso, in questo lungo articolo non si tratterà di improbabili mostri succhiasangue dagli occhi a mandorla, ma – come pure chiarificato dal sottotitolo stesso– della ormai leggendaria saga di videogiochi chiamata Akumajou Dracula, anche nota (soprattutto in occidente) con il titolo di Castlevania, che ormai da più di un ventennio si è distinta come una delle serie più caratteristiche e rappresentative della storica softco Konami.

ORIGINI E FONDAMENTI DELLA SAGA

Nata nel 1996 su Nintendo Famicom e MSX2, la serie ha attraversato il tempo giungendo sino ai giorni nostri, proponendosi a un sempre più accanito seguito di irriducibili fan con nuovi episodi e remake praticamente su ogni console apparsa sul mercato. L’idea del primo titolo originale era chiaramente quella di sfruttare la sempre carismatica figura di Dracula, il vampiro per antonomasia, come boss finale e leitmotiv di un solido videogioco d’azione di stampo tipicamente arcade. Il protagonista del gioco, ovvero l’eroe posto ai comandi del giocatore, sarebbe dunque stato un impavido cacciatore di vampiri, pronto ad avventurarsi nel tetro castello di Dracula, giustamente infestato da creature demoniache al servizio del signore delle tenebre, allo scopo di debellare la minaccia del leggendario vampiro.

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Da questa semplice trama di base deriva chiaramente anche il titolo originale, Akumajou Dracula, ovvero ‘Castello Demoniaco Dracula’, anche se nel corso di molti anni e molti giochi le ambientazioni e le avventure intrecciate nella serie si sarebbero assai sviluppate e complicate ben oltre la linearità delle origini. D’altro canto, per quanto il titolo si rifacesse specificatamente alla figura di Dracula, il gioco non aveva mai inteso proporsi come un teatro di purismo e filologia vampirica. Al contrario, come perfetta espressione della squisita tendenza al sincretismo multiculturale che è propria della civiltà nipponica, la Konami avrebbe sin da subito fatto confluire nel repertorio di mostri, armi e ambientazioni della saga elementi provenienti pressoché da tutta la tradizione demonologica occidentale, di matrice tanto leggendaria, che mitologica, letteraria, cinematografica e puramente popolare. Nel corso dei molti giochi della serie faranno così la loro comparsa, al servizio di Dracula, dalla Morte stessa (nella sua classica rappresentazione di scheletro incappucciato armato di falce) a mostri dell’antica Grecia, quali minotauri e gorgoni, oppure letterari, come la creatura di Frankenstein, o ancora armi provenienti dalla traduzione nordica, o ancora comparse prese di peso dalla fantasia di J.R.R. Tolkien o persino di Dante Alighieri.

A latere di ciò, nel corso del suo procedere la saga di Akumajou Dracula si sarebbe sempre più arricchita anche e soprattutto di personaggi originali, i cui destini si sono sempre più legati e intrecciati con lo svilupparsi della saga. All’originale famiglia Belmondo, cui appartenevano i cacciatori di vampiri protagonisti dei primi titoli della serie, si sarebbe presto affiancata anche la famiglia Velnamdes, le cui donne appaiono dotate di poteri magici elementali, e poi altre ancora, sino a ricomprendere in quella che era ormai divenuta una vera a propria ‘cronologia narrativa’ persino il romanzo originale di Bram Stoker, da cui la figura di Dracula trae le sue origini letterarie.

ORRORI DI TRADUZIONE

Nonostante il suo grande successo, la saga di Akumajou Dracula non è stata affatto fortunata in quanto a localizzazioni occidentali. Come spesso accade ancora oggi, ma accadeva praticamente sempre in passato, ad occuparsi delle versioni occidentali dei videogiochi giapponesi non erano certo i loro legittimi autori, ma (nella migliore delle ipotesi) degli uffici stranieri ‘sussidiari’ delle software house creatrici dei vari titoli, o peggio ancora dei distributori persino estranei a quelle, meri licenziatari di questo e quel titolo per la commercializzazione nei mercati esterni a quello giapponese. Come risultato, gli adattamenti dei contenuti dei videogiochi venivano (e spesso vengono ancora) svolti con un pressappochismo, un’arbitrarietà e non di rado una reale ignoranza dell’originale a dir poco lesiva dei suoi contenuti e del suo valore.

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Purtroppo, anche Akumajou Dracula non rappresenta un’eccezione. A partire dal titolo stesso, che per il mercato americano e poi europeo non venne giustamente tradotto, ma cambiato nell’insensato Castlevania (forse nella fusione dei termini ‘castle’, ovvero castello, e ‘Transilvania’), tutti gli episodi della serie sono stati a dir poco stravolti nei nomi dei protagonisti (in una occasione persino nel sesso di uno di loro!), nei nomi dei mostri e delle armi, nonché nelle trame e nelle storie dei vari capitoli. Impossibile citare tutti i cambiamenti: nella trattazione specifica di ogni titolo verranno segnalati i casi più eclatanti, mentre qui, in sede introduttiva, faremo menzione solo dell’orrenda ‘americanizzazione’ del nome del primo protagonista, in originale Simon Belmondo (di origine e pronuncia francese: Simòn Belmondò), poi diventato Simon Belmont (pronunciato all’americana: Sàimon Belmònt) per l’occidente. Oltre alla cattiva volontà di deliberato cambiamento dell’originale, nel corso degli anni si sono anche contati innumerevoli strafalcioni, che sono andati dalla totale incomprensione di riferimenti letterari all’incapacità di riconoscere la parentela di due personaggi, così graziandoli dello stesso cognome com’era invece nell’originale giapponese.

Per queste ragioni, addentrarsi nella saga di Akumajou Dracula riferendosi alle versioni occidentali dei giochi sarebbe non solo frustrante del valore della serie stessa, ma effettivamente impossibile. Questo articolo vi propone quindi i contenuti di questa grandiosa saga videoludica con assoluta e rigorosa fedeltà agli originali giapponesi, dai titoli alle date d’uscita, e anzi per questa stessa ragione si evita di fare menzione di qualsiasi conversione esterna non realizzata dalla Konami, che deve senza dubbio considerarsi come una produzione spuria, apocrifa, se non persino ‘fasulla’. Ma non fatevi spaventare (né dai mostri, né dal giapponese), e anzi lasciatevi guidare nel vero e originale fascino di una saga che ha lasciato il segno nel cuore degli geemaniac di ormai più di quattro generazioni videoludiche.

CRONOLOGIA PRODUTTIVA

In questa sezione saranno presentati tutti i titoli della serie secondo il loro ordine d’uscita sul mercato giapponese, e analizzati secondo il loro aspetto ‘ludico’. Quando è uscito ogni titolo, e per quale console? Quali innovazioni ha introdotto a livello di giocabilità, e cosa ha rappresentato nell’evoluzione del gameplay della saga? Quali titoli sono stati i più significativi? Leggete qui di seguito e lo scoprirete.

VAMPIRI A 8-BIT

In Giappone, dopo il primo periodo della pioneristica dell'home computing (la prima metà degli anni ottanta), con l'uscita del Nintendo Famicom i videogiochi andavano sempre più ritagliandosi un loro spazio definito nel mercato dell'intrattenimento domestico. Questa svolta diede grande impulso alla creatività degli sviluppatori: la collocazione domestica dei geemu rendeva la loro fruizione assai meno estemporanea di quella delle sale giochi dei tempi, e incentivava la creazione di veri e propri sottofondi artistici e narrativi a supporto dei prodotti videoludici. Fu così le la Konami concepì il titolo capostipite di una saga che sarebbe stata a destinata a diventare una delle sue più rappresentative bandiere: Akumajou Dracula.

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Le potenzialità grafiche delle console a 8-Bit non permetteva ancora veri e propri fasti visivi, tuttavia era comunque possibile dare una forte connotazione all'aspetto estetico di un gioco puntando sul fattore atmosfera. Già da tempo le software house più creative cercavano di infondere nei propri giochi d’azione delle caratterizzazioni estetiche più o meno affascinanti e originali, nel tentativo di distinguerli dalla massa dei concorrenti. Ed è così che Akumajou Dracula nacque come tentativo di colorire un altrimenti banale gioco d'azione con le cupe atmosfere dei film horror da anni in voga nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, oltre a sfruttare il sicuro richiamo di un personaggio letterario entrato nell'immaginario comune come quello del fascinoso principe della notte, il Conte Dracula.

Ma il vampiro più famoso della storia non avrebbe potuto essere un protagonista, nella logica dell’eroismo ingenuo degli anni ottanta. Era necessario inventare un eroe positivo all’altezza del grandioso antagonista, ed è così che vide la luce il primo leggendario esponente della famiglia Belmondo, armato di una ancor più leggendaria frusta ammazzavampiri, il tutto sempre raffigurato sullo schermo con gli ancora così vistosi, eppure così fascinosi, grossi pixel della grafica a 8-bit...

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